BIO – PRESENTAZIONE – MOSTRE
Gianni Polinas
BIO
Originario di Bonnanaro (SS), inizia a dipingere a tredici anni, da autodidatta. Successivamente, per tre anni, frequenta il laboratorio artistico del pittore Bonifacio Salice, monaco Benedettino già allievo di Morandi. Segue la frequentazione, in qualità di auditore, dell’Accademia di Belle Arti di Sassari.
Oggi, pittura, fotografia, installazione, arte concettuale, scrittura, video, sono parte di un percorso nel quale il filo conduttore è la sperimentazione e la ricerca di equilibri tra materiali, colori, segni, parole.
“ Ho iniziato per istinto, ho proseguito per esprimermi seguendo l’evoluzione di un’idea. Oggi, più che le passioni, ascolto le ossessioni che bussano alla testa, accettando di non comprendere sino in fondo il significato del mio lavoro” .
PRESENTAZIONE DI ALCUNE GALLERIE
PITTURA
Testo:Angela Sanna – 2005
Oggi il tema intorno al quale ruota l’opera di Gianni Polinas è la natura. I suoi paesaggi immaginari realizzati con il mezzo pittorico vengono talvolta completati con elementi naturali elementi naturali che Polinas traspone sul supporto alternandoli e accostandoli al gesso, al ferro, alla ceramica.
Mediante questa sua indagine tecnica e poetica, l’artista afferma la necessità di un ritorno alle origini quale unica possibilità di equilibrio tra l’uomo e l’ambiente. Di qui la sua attenzione costante alla terra natia , la Sardegna, di cui rievoca la bellezza e le antiche tradizioni. Nel percorso di Polinas, l’interesse per il territorio e per la natura si traduce anche in installazioni che assumono il valore di reperti della memoria, e in immagini fotografiche divise a metà, dove suggestivi scenari naturali, spesso silenziosi arenili, si contrappongono a cumuli di detriti portati dalle onde o abbandonati dall’uomo.
LibriLiberi
Nanni Campus dal testo in mostra Genesy Gallery – Sassari
Inserito in una mostra dotata di buona unità formale, con opere esteticamente appaganti e di grande pulizia, Gianni Polinas, utilizzando vecchi libri, costruisce oggetti dis-funzionali dall’aria biomeccanica, con elementi naturali ed artificiali. I suoi libri , seppur destrutturati, conservano la forza di questo oggetto così legato al percorso dell’uomo. Sottratto alla serie, ogni libro diventa unico, rimanda ad una storia che è altrove, raccontata dai colori e dalla materia. Alcuni libri diventano un punto intorno al quale ruotano installazioni o, mantenendo l’unicità dei pezzi, sono riprodotti in immagini di grandi formati.
Installazioni e performance
Sono arrivato alle installazione per gradi, dopo essermi liberato dal creare qualcosa che rimanesse nel tempo, come un quadro ad esempio. In questo linguaggio lo spazio che si sceglie come campo di lavoro, ed ogni elemento che si trova dentro quel perimetro, per un dato periodo di tempo, entrano nell’opera.
Installazioni: solo cenere – 2003
Con fiammiferi, fili spezzati e riannodati, cenere contenuta in sacchetti di plastica, a partire dal 2003, Polinas realizza installazioni, fotografie, performance, interventi sul territorio, che affrontano il tema degli incendi boschivi che ogni estate affliggono la Sardegna.
“ Ho iniziato a lavorare al tema degli incendi boschivi per caso, dopo aver conosciuto Antonia Azara, una signora scampata all’incendio che il 28 agosto 1989 divampò in Gallura, nel territorio compreso tra il paesino di San Pantaleo e Portisco, alle porte della Costa Smeralda”.
Installazioni: Preghiera – 2005
Testo: Simona Caboni – da evento arte contemporanea “Tra terra e cielo” – Villa S. Antonio (OR)
Con questa installazione l’artista ci invita ad inchinarci verso la terra, nel rispetto di questa e della nostra isola per leggervi, scritta su frammenti di specchio inseriti nel fango, un’intima preghiera che si fà universale nel momento in cui riflesso sullo specchio vi scorgiamo il nostro volto ed il cielo: un’unico cielo per tutti gli uomini .
Installazioni: il viaggio di Maria – 2006 – Fondazione Maria Carta -Siligo (SS)
Testo: Giacomo Crobe – La nuova Sardegna
Parte da un frammento di vita lontano l’installazione ” Il viaggio di Maria” allestita a Siligo negli spazi del Museo a lei dedicato. Due gigantografie, una valigia bianca, uno scialle azzurro. Quella valigia, sul quale è poggiato lo scialle tradizionale , è il viaggio stesso, “su disterru” ovvero l’abbandono della propria terra per raggiungere altre mete, oltre il mare. La valigia legata con lo spago rievoca l’immaginario collettivo dell’emigrante, è più di un elemento simbolico, è il cordone ombelicale dove scorre l’energia vitale con la terra e la lingua madre. Polinas rielabora, modifica e rilegge le immagini più intense di Maria Carta. Il viso che emerge dal buio è virato in giallo e immerso in una rete di colori amaranto e arancione sempre in equilibrio. Vivaci cromatismi alla Wharol che perpetuano Maria Carta come mito sardo contemporaneo, e icona del canto tradizionale.
Installazioni: Trama del tempo -2006
Testo: Santa Nastro – Perfugas (SS)
La creazione come teofania:ovvero l’uomo e Dio. Un tema antichissimo, primitivo, eppure attuale, con cui l’arte moderna e postmoderna spesso si confronta. Polinas ha creato tenendo conto dell’imprevisto che può nascere dall’incontro con un luogo ricco di storia e suggestioni quale è il sito archeologico di Villa S. Antonio. Opere nate nel luogo e per il luogo, costruendo connessioni tra arte, archeologia, esperienza religiosa.
Installazioni: Compagni di banco – 2008
Testo: Francesco Sedda – Aggius, Museo MEOC –
I bambini “le generazioni future” dal punto di vista degli adulti – sono in realtà qualcosa di diverso. Sono la soglia fragile e sensibile fra la lunga durata e l’immediato futuro della collettività. I loro ricordi sono freschi, il loro sguardo sul passato è un misto di rispetto e giocosità, la loro memoria è tutta tesa verso il presente e sull’incombenza di ciò che avviene. Sono generazioni presenti.
È forse per ciò che un grande studioso delle culture definiva i bambini i migliori fruitori dei musei, capaci di giocare là dove gli altri contemplano; capaci di infrangere l’aura sacrale dell’arte in bacheca o della cultura fattasi istituzione; capaci di riportare l’arte e la cultura alla loro radice di mondana creatività, ovvero di creatività che serve a generare altra creatività: altro pensiero, altre emozioni, altri gesti, altre storie…
Installazioni:Terra – 2009 – Fondazione Maria Carta -Siligo (SS
Testo “Oltre il ritratto” di Gavina Cherchi –
La “seconda vista” di cui gli artisti, in quanto tali, sono dotati, consente loro di andare oltre, oltre la superficie delle cose, oltre la maschera di un volto, oltre la densità e opacità del reale, oltre la mera visibilità ottica del mondo. La “seconda vista” è dunque una visione oltrepassante: scorge nel visibile l’invisibile. L’invisibile è infatti una latenza, un possibilità che il visibile sempre custodisce e adombra, e che lo sguardo dell’artista veggente può cogliere e far affiorare in una immagine. L’immagine diviene pertanto ciò che catalizza e attrae, vela e svela l’invisibile, gli dà colore e forma, e dunque corpo e illusoria visibilità. E’ nell’apparenza, nella finzione dell’immagine che l’invisibile, fuggevolmente, si dà. Gianni Polinas cerca di sottrarre i ritratti fotografici di Maria alla fissità e univocità di imagines funebri, collocandoli in una dimensione sospesa, in un nuovo altrove, uno stato intermedio, in cui si polarizzano dialetticamente memoria e sogno, rappresentazione e presenza, finzione e realtà, traccia ed evento. Dopo l’intervento pittorico di Polinas, che nel bianco e nero dell’originale fa irrompere il colore della vita e la vita del colore, le imagines si trasformano acquistando una nuova modalità di esistenza, e di presenza, si animano, si dinamizzano, tornano ad intrecciarsi con la nostra realtà, vivono nella nostra visione, si schiudono ad uno sguardo interstiziale che le attraversa e va oltre il ritratto per affacciarsi ed entrare nell’evento.
PROGETTI
Gente Comune -2014 – Testo: Marta Pettinau – Curatrice, project manager per la cultura – giornalista
A chi non è capitato di doversi recare nel proprio comune di residenza per richiedere un qualche certificato o una firma per una qualsivoglia autorizzazione? Sappiamo bene quanto possa essere frustrante perdersi nei tristi corridoi delle pubbliche amministrazioni a caccia dell’ufficio di cui abbiamo bisogno. La diffusa insofferenza per l’ingarbugliata burocrazia italiana e la scarsa chiarezza della segnaletica fanno generalmente del nostro temporaneo soggiorno in questi luoghi un’esperienza per lo meno noiosa. Immaginate ora che il permanere in questi spazi sia accompagnato, non dalle nature morte e dai grandi oli di soggetto storico che di solito pendono stancamente da queste pareti, ma da ritratti fotografici nei quali si riconoscano le facce degli impiegati comunali, di chi abita quotidianamente quei luoghi, immortalati fuori dall’orario d’ufficio, in vesti informali e un po’ scanzonate.
Gianni Polinas si augura che i ritratti fotografici della serie sognando contromano possano avere questa collocazione ultima. Non le pareti bianche e asettiche di una galleria o quelle private dell’abitazione di un collezionista locale, ma quelle “aperte” dello stabile comunale di Olbia, in uno spazio di transizione e d’incontro tra chi si occupa di amministrare la cosa pubblica e i cittadini.
Per la realizzazione di questa serie, Gianni Polinas si è fatto largo tra gli interstizi della routine lavorativa degli uffici del Comune di Olbia, e non è la prima volta che lavora suoi meccanismi dell’ente pubblico. Era già accaduto nel 2004, con l’opera l’impiegato del comune, e poi nel 2007, con il calendario GenteComune.
Stavolta, tra le quotidiane chiacchiere da caffè e l’avere a che fare con carte e burocrazia tutto il giorno, Gianni Polinas ha incoraggiato i colleghi a svestire davanti al suo obbiettivo, in qualche caso letteralmente, i panni di impiegati. Per raccontarsi, per reinventarsi, per giocare ad interpretare un altro sé; per ribellarsi e affrancare quell’unicità spesso mortificata da un posto di lavoro che lascia poco spazio ad estro e originalità.
Un po’ narcisi, un po’ ispirati, e con una buona dose di autoironia, i protagonisti di questi scatti si sono lasciati coreografare dall’occhio esperto di Gianni Polinas per raccontarci ognuno un’esistenza diversa: “Mi impegno perché ogni foto sia un progetto a sé. Questo per rispetto all’unicità di ogni individuo, quell’unicità spesso appiattita sul luogo di lavoro.” Racconta l’artista.Tra pose da rock star e da modelli di pubblicità patinate, citazioni da canzoni pop, ambientazioni sognanti, tutto è costruito affinché ogni scatto sia portatore della voce di chi è fotografato.Sarebbe un errore però ridurre la critica del progetto alla sola valutazione delle fotografie, perché si finirebbe per ignorare che quello di Gianni Polinas, è stato prima di tutto un lavoro fatto di prima e di dopo. Di preparazione e di post-produzione. Ed è proprio nel processo creativo che in realtà è possibile scovare il reale significato di queste fotografie.
VIDEO
presentazione di Marella Giovannelli
Quando le immagini, la musica e le parole si fondono in un insieme armonico ed emozionale, fortemente evocativo, si può parlare di video arte. Le clip di Gianni Polinas rientrano in questo affascinante pianeta. L’autore non usa filmati ma gioca con le sue fotografie, con la grafica, con le immagini delle sue opere attingendo dalla sua vasta produzione artistica. Costruisce le sue clip guidato dalla musica e dal testo, alla ricerca di una sintonia tra immagini e ritmo, raccontando una storia che si apre e si chiude nel tempo di una canzone..
“lo sguardo oltre” di MARIA SOFIA PISU
2015 – intervista per n. 7 di ANTAS – storie e personaggi della cultura sarda
È ingenuo e pericoloso definirsi artista, cedere alla tentazione di prendere sul serio chi ti definisce tale. Per essere artisti non basta saper usare con maestria le mani, una tecnica, non basta avere cultura, non basta avere viaggiato, preso coscienza di altre realtà e contatti con i grandi maestri, occorre anche e soprattutto avere uno sguardo che sa andare oltre, accettare di non sapere cosa si fa, dove si va, accettare un confronto col mistero del nostro essere. Il silenzio accompagna l’atto creativo, ma l’atto creativo non si esaurisce nell’oggetto che nasce, continua a dialogare nella mente e nelle mani dell’autore esigendo altre interpretazioni, nuovi percorsi. È indubbio che artisti si nasce ma è attraverso il silenzio che il poeta (intendendo con questo termine tutte le forme d’arte) si forma, divenendo, a sua insaputa, sempre più profondo.
Quando Gianni Polinas è approdato alle stanze di Maria Lai, ai suoi spazi interni, interni anche quando ti accompagnava chiacchierando nei sentieri e sulle terrazze, tutti abbiamo intuito che un forte legame si tesseva tra loro. Gli incontri tra loro non erano per mostrare opere, parlare di progetti ma solo per liberare ragionamenti sul senso del fare arte. Nessuno dei due esibiva la sua maestria, le tappe del loro lavoro. Certamente la considerazione di Maria per Gianni era nata per le sue performance, per i suoi libri poetici, per la sua sete di ricerca, per la sua ritrosia, poi lo ha accettato come compagno di viaggio. Quando è venuto il momento, anche lui è stato coinvolto nella stesura dell’ultima impresa di Maria, Orme di leggi, la grande tela che è oggi alla Camera dei Deputati, testimoniando con le sue foto il procedere di questa opera. Oggi Gianni è per me un interlocutore prezioso, con lui scaviamo tra gli scritti di Maria, proseguendo nel ragionamento da lei provocato, riflettendo sulle cose non dette, nascoste tra le righe….
M.S.P. L’artista è forse solo un traduttore che, ignorando se stesso, da voce alla poesia, ai ritmi del mondo e dell’essere. Tu Gianni quando hai preso a camminare per questa strada, come ora la percorri? Ritieni sia una libera scelta o una sorta di destino?
G.P. Mi vedo a tre anni disegnare ovunque, a tredici dipingere, a trenta mettere in discussione ciò che ho realizzato sino a quel punto, e a considerare di smettere di dipingere. Poi le energie ritornano, rinnovate. Succede a scadenze nel corso degli anni, e sempre qualcosa, qualcuno, mi riporta su quella strada. Ora penso che chi crea deve essere disposto a lavorare senza aspettarsi niente in cambio, deve trovare altre ragioni. Ecco, forse si nasce con un’attitudine, ma il resto lo fa la capacità di resistere. L’opera parte da qualcosa che ci appassiona o ci ossessiona, quindi lavori, soffri, ti esalti, avanzi nel caos, poi all’improvviso arriva un punto di equilibrio: un istante di felicità che sfugge alla misurazione del tempo. Qui potresti sentirti quel tramite di cui parli, percepisci un oltre te stesso. Ma prima e dopo, ci sei solo tu, ciò che sei diventato sino a quel momento.
M.S.P. L’arte contemporanea si esprime oggi con maggiore efficacia attraverso le performance e le installazioni, tavole apparecchiate per accogliere gli altri nel nostro mondo di emozioni e sogni. Anche tu ti sei cimentato in queste forme di poesia visiva e ambientale, raccontaci una di queste avventure.
G.P. Nel 2003, un periodo in cui i miei quadri, astratti e materici, prendevano dalle forme e dai colori della natura, arrivo casualmente al racconto dell’incendio doloso che divampò in Gallura il 28 agosto 1989. Ci furono tredici vittime, Antonia, una donna di San Pantaleo, si era salvata perché conosceva il territorio e le dinamiche del fuoco. Lei mi parlò di quella lunga giornata. Senza un fine preciso iniziai a frequentare i luoghi degli incendi (purtroppo numerosi ogni estate), a circondare con fili di cotone i rami degli alberi bruciati, a tendere, tagliare, riannodare, a fotografare. Sigillavo in sacchetti di plastica trasparente la cenere che restava di alberi e piante della macchia mediterranea. Con questi pochi elementi realizzai la mia prima installazione sul tema degli incendi boschivi presso il centro espositivo MASEDU di Sassari e all’EXMA’ di Cagliari, intitolata “pagina nuova ”.
M.S.P I tuoi libri di fotografie hanno un filo conduttore, aprono gli occhi attraverso le immagini ad aspetti inusuali e lirici con altri personaggi e con il mondo, li consideri installazioni dell’anima ?
G.P. In generale della fotografia mi piace soprattutto l’intesa che può crearsi tra fotografo e soggetto, se c’è, l’immagine ne tiene traccia. Invece i miei libri fotografici, stampati in poche copie, sono un percorso tra immagini e parole. Spesso attingo da altri autori di cui, in vari modi, ho incrociato la rotta e, se nascono i presupposti per una collaborazione, ne condivido la realizzazione con chi viaggia sulla mia stessa lunghezza d’onda.
Gianni Polinas | mostre
PERSONALI
1979 < Monastero S. Pietro di Sorres-Borutta | pittura
1987 < Bonnanaro | vecchio palazzo comunale | pittura
1998 < Olbia | Galleria Simpliciana | pittura
2000 < Nuoro | Galleria delle Idee | pittura
2001 < Puntaldia (NU) | hotel due lune |pittura
2001 < Olbia | circolo nautico (pittura)
2002 < Palau (SS) | hotel capo d’orso | pittura
2002 < Porto Cervo (SS) | bar degli artisti | pittura
2002 < Puntaldia | hotel due lune | pittura
2005 < San Pantaleo | in ambito di ” Grande danza” | fotografia/ installazione/scenograf.)
2006 > Siligo (SS) | Museo Maria Carta: il viaggio di Maria | fotografia/inst.
2007 < Banari(SS) | FLM Museo d’Arte Contemporanea | pittura/ instal.
2008 < Aggius (OT) | MEOC Museo Etnografico :Compagni di banco | instal/fotogr.
2009 > Siligo (SS) |Museo Maria carta : Terra | fotografia
2010 > Giardini di Porto Cervo (OT) | Bagaglino art | “Parole: maneggiare con cura” | istallaz.
COLLETTIVE
1997 < Tempio p. | incontri d’arte | pittura
2000 < La Maddalena | circolo sottufficiali |pit.
2001 < Olbia | Teatro Astra | pit
2001 < Olbia | galleria Simpliciana | pit.
2001 < Firenze | Palazzo Vecchio | pit
2001 < Museo d’Arte Moderna e Contemp.-Atzara(NU) | pit.
2002 < Bruxelles | Teatro Saint Michel |pit.
2002 < Cagliari | Marina Militare-circ.sottuf. | pit.
2002 < Banari,Sassari,Cagliari,Oristano,Nuoro,Galtelli,itinerante | pit.
2004 < Tiscali Arte |”nudo dal vero” venti fotografi sulla rete;
2004 < Poltu Quatu (SS) | Melià Hotel | pit.
2004 < Roma -p.zza del Popolo | Sale Bramante: Scala e foglia| pit
2008 < Olbia | Home Gallery | Libro zero ( serie libri liberi)
2009 < Olbia | Home Gallery | fotografia
2014 < Banari(SS) | FLM Museo d’Arte Contemporanea | pittura
2018 < Museo Archeologico, Olbia | fotografia, “storie di un attimo”
INSTALLAZIONI – PERFORMANCE – VIDEO CLIP
2002 < Olbia aereoporto Costa Smeralda | Fuoco.acqua |inst.
2002 < Sassari < GenesiGalley | Mare tagliato | inst.
2003 < San Pantaleo (SS) | Solo cenere (performance)
2003 < Olbia | circ. nautico: Ti sono rimasti cinque sogni | libri liberi. Inst.
2003 < Arzachena (SS) | ZENdelMARE | inst.
2004 > Olbia | circ.nautico: Nove pagine legate | libriL. Inst.
2004 > San Pantaleo | Ferita | inst.
2004 > Sassari | Museo d’Arte Moderna e Contemporanea : MASEDU > Pagina nuova |in ambito di: INDUSTRIALE Arte in Fabbrica | inst.
2004 > Venezia | VIII salone dei beni e delle attività culturali | video Inst.
2005 > Cagliari | EXMA’> Museo Arte Contemporanea – Industriale Arte in Fabbrica |inst
2005 > Villa S.Antonio | sito archeologico | Preghiera > in ambito: Tra cielo e terra | inst.
2005 > Cagliari | EXMA’Museo d’Arte Contemporanea: Filo e ferro | libri.L. inst.
2006 > Tivoli(Roma) | antiche cave del Barco: Lezione della Terra | libriL.inst
2006 > Sinnai (CA) | Teatro Civico: Medea Torrat | scenografia
2006 > Perfugas | Pozzo Sacro: Trama del Tempo | inst./perf.
2007 > Aggius (OT) | Museo Etnografico: Storia di foglie, il mare | inst.
2008 > Faenza (BO) | Festival dell’arte contemporanea | Reportage fotografico
2008 > Oristano | locali ex asilo Sant’Antonio: SMS – Dromos Festival |fotogr./inst
2009 > Bonnanaro (SS) | Pagina nuova | inst.
2009 > Valledoria (SS) | Impariamo dal mare | instal./performance
2010 > Olbia | Hotel Mercure Hermaea | “ una sola terra “ | installazione
2011 > Olbia | locali Area Marina Protetta Tavolara: “ la natura è una seconda pelle” istallaz.
2014 > you tube | vieo clip musicali serie “ Gente Comune”
2014 > Ales (OR) | in collaborazione con Biblioteca Gramsciana – “un piatto per Gramsci”
2014 > Marrubiu (OR) | in collaborazione con Fabrizio da PRA e biblioteca Gramsciana“ collettività in simbiosi, natura,cera, sughero”
2015 > Hotel Colluccia, Santa Teresa di Gallura (SS) | ROOM
2018 > Museo M.E.O.C. Aggius – installazione site specific “Summer of love”
COLLABORAZIONI
Museo MEOC | Aggius (OT)
Fondazione Maria Carta | Siligo (SS)
Associazione Italo –Tedesca | ACIT Olbia
Associazione Culturale San Pantaleo (OT)
F.L.M. Fondazione Logudoro Meiologu | Banari (SS)
Comitato promotore parco archeologico, Cave del Barco | Tivoli (Roma)
Comune di Olbia – Sito OlbiaCultura
Archivio Maria Lai | Ulassai
ANTAS | rivista bimestrale di musica, storie, cultura
Rassegna letteraria “ sul filo del discorso” – Biblioteca Simpliciana Olbia